Coordinamento scientifico: Patrizia Messina
Ente capofila: Ergon Group s.r.l., codice progetto 4867-1-1267-2017 – DGR 1267 dell’08/08/2017
La crisi e le trasformazioni del welfare pubblico hanno creato negli ultimi anni il bisogno di nuove risorse per affrontare le emergenze sociali. In questo nuovo scenario, il tema dell’innovazione sociale diventa il cuore del cambiamento, intorno al quale ruotano attori con ruoli diversificati: istituzioni, società civile, terzo settore e aziende.
Partendo dalla constatazione che solo attraverso la costruzione di una rete diventa possibile avviare un processo di responsabilizzazione e di attivazione degli stakeholder, il CISR con la collaborazione di ErgonGroup, ha avviato un programma di ricerca e di ospitalità di Young Talent sul tema: “L’innovazione sociale e le Società Benefit – I valori che generano valore“.
Il progetto si pone l’obiettivo di approfondire le tematiche relative all’innovazione sociale, attraverso interventi di ricerca-azione multi-focus e multi-stakeholder.
Il programma è stato articolato in due fasi:
- Tre borse di ricerca semestrali centrate sulla dimensione territoriale dell’Innovazione sociale;
- Quattro borse per Fellow Visits della durata di tre mesi ciascuna.
Tre borse di ricerca semestrali. Le ricerche hanno messo in luce le caratteristiche salienti degli ecosistemi territoriali dell’innovazione, intesi come contesti in grado di favorire ibridazione culturale e interazioni generative di nuove conoscenze, partendo da prospettive diverse:
Oltre la tripla elica e l’Università imprenditoriale, di Francesca Nadalin
All’interno di questi ecosistemi territoriali dell’innovazione, il ruolo delle città sta diventando sempre più rilevante, dal momento che sono luoghi dove è più probabile che si generino reti di relazioni tra gli attori del cosiddetto modello a quintupla elica: costituito da attori pubblici, privati, università e centri di ricerca, associazioni e cittadini.
In collegamento con il Laboratorio Unicity sulle relazioni tra Città e Università di Padova, la ricerca si è concentrata sulle modalità in cui l’Università può diventare attore chiave per innescare processi di IS per la città. L’enfasi ricade dunque sull’Università come soggetto in grado promuovere una governance della “Città Collaborativa” (o approccio della CO-Città), tramite la creazione di spazi dell’innovazione aperta (o living labs), luoghi propedeutici all’incontro, all’aggregazione, l’interazione tra gli attori della quintupla elica, con l’obiettivo di stimolare lo scambio di idee, la contaminazione reciproca e la co-progettazione di attività, servizi, politiche condivisi. Il tema della partecipazione civica e della citizen-driven innovation risulta dunque particolarmente interessante alla luce dell’importanza della dimensione territoriale dell’IS;
L’impatto sullo sviluppo locale delle pratiche di innovazione sociale, di Gianfranco Di Maria
Dalle diverse definizioni fornite dalla letteratura, è possibile delineare il concetto di impatto sociale partendo da una serie di caratteristiche comuni, arrivando a sostenere che vi è impatto sociale quando si ha il cambiamento nelle persone (o più in generale in un territorio) generato da un soggetto (pubblico o privato) attraverso le sue attività e, indirettamente, attraverso gli investimenti da quest’ultimo effettuati nel tempo in un dato luogo. Conseguenza diretta di questa ampia definizione è la pluralità di strumenti e metodi di misurazione e, quindi, di possibili definizioni operative che può assumere il concetto di impatto sociale. La mancanza di uno standard comune di rilevazione ha avuto come causa ed effetto la mancanza di un sistema di misurazione condiviso, né a livello locale né tanto meno a livello globale. La ricerca in oggetto è partita dalla definizione di innovazione sociale, intesa come prodotti, servizi e iniziative che riescano ad incrementare la massa delle interazioni e a rompere la coerenza di un certo assetto interattivo verso un incremento sociale, per analizzare alcuni contesti territoriali di riferimento e valutare se l’innovazione sociale ha determinato impatto positivo.
La rilevazione volta a distinguere diversi tipi di innovazione sociale territoriale si è svolta su base parametrica, interrogando dati statistici e usando come riferimento una serie di indicatori quali:
- n. di accordi di rete registrati;
- capacità di innovazione tecnologica e politiche di valorizzazione del territorio;
- politiche di welfare pubblico e aziendale;
- sostenibilità ambientale;
- presenza di una Unione o gestione associata;
- n. di interventi partecipati attivati;
- politiche di valorizzazione urbanistica;
- politiche di welfare;
- politiche in materia ambientale;
- partecipazione a progetti FSE (1539; 1540);
- n. di partenariati pubblico-privati sottoscritti;
- n. di iniziative di finanziamento ad impatto sociale.
La ricerca ha consentito così di distinguere quattro tipi di territori:
- Ad elevata innovazione sociale privata: Comune di Roncade (TV);
- Ad elevata innovazione sociale pubblica: Comune di San Donà di Piave (VE);
- A ridotta innovazione sociale: Bassa Padovana;
- A innovazione diffusa (pubblico-privata) ma scoordinata: Zona Industriale Z.I.P.
All’interno dei territori individuati, sono state identificate e approfondite determinate pratiche di innovazione sociale, attraverso l’analisi dei dati e raccolta documentale, e sono state analizzate le logiche d’intervento e la rete degli stakeholder. La valutazione di impatto delle pratiche di innovazione sociale è avvenuta attraverso la misurazione degli indicatori del BES.
La governance di impresa attraverso la stakeholder perspective, di Blerina Brami
I cambiamenti macroeconomici negli ultimi anni hanno portato verso l’adozione di nuove forme di organizzazione e relazioni sociali, dove le aziende, le istituzioni e i cittadini cambiano il modo di interagire fra loro e con l’ambiente in cui operano.
Questo nuovo approccio integrato e sistemico comporta l’aumento della capacità di creare nuove opportunità di sviluppo economico, performance economiche elevate, innovazione sociale e alta qualità della vita.
In questo particolare contesto le imprese si trasformano in generatrici di impatto sociale. Si passa dalla concezione tradizionale di “fare” business al “come” fare business, tendendo in considerazione anche gli impatti sull’ambiente circostante e le sue componenti nelle diverse forme. Questa apertura verso l’esterno permette all’impresa di capire i bisogni del contesto e di conseguenza di iniziare un processo di cambiamento che porterà all’elaborazione di soluzioni innovative e adatte al contesto di riferimento.
A partire da queste premesse la ricerca si pone l’obiettivo di indagare concetti, pratiche e strumenti che hanno dimostrato nel concreto di alimentare sviluppi virtuosi di interazione eco-sistemica deliberativa, favorendo al contempo performance economiche e impatto sociale.
Per raggiungere l’obiettivo posto si è scelto di analizzare una nuova forma giuridica di impresa, le Società Benefit, in quanto propongono un modello di sviluppo che pone accanto all’obiettivo di massimizzazione del profitto anche quello della creazione di un impatto positivo sulla società e sull’ambiente e che integra entrambi in un’unica mission.
Quattro borse trimestrali per Visiting Research Fellow. Le quattro Visiting provengono da contesti accademici e settori disciplinari diversi, il filo rosso che accomuna il loro lavoro e le loro ricerche è l’interesse per il tema dell’innovazione sociale.
La Dott.ssa Svjetllana Titini –https://www.uamd.edu.al/index.php/sq/fakulteti-i-edukimit/departamenti-i-gjuhes-shqipe/svjetllana-titini/-, ha conseguito un dottorato in Linguistica presso l’Università di Tirana, e i suoi interessi di ricerca variano tra lo studio della lingua come strumento per preservare l’identità culturale in una società globale, e le imprecisioni legate all’uso di termini nella terminologia giuridica nel campo del diritto. Al momento collabora con il CRLDS – https://crlds.org/en– , ente istituito a Tirana nel 2012, che attraverso la ricerca, co-progettazione e formazione mira ad accrescere la consapevolezza riguardo l’importanza della collaborazione delle istituzioni e attori locali nel processo decisionale pubblico. L’obiettivo è quello di adottare politiche che garantiscano coesione sociale e sostenibilità di sviluppo, ma anche di includere punti di vista diversi che fanno emergere delle soluzioni innovative per rispondere alle sfide sociali del territorio.
La Dott.ssa Alice Brombin – http://unam.academia.edu/AliceBrombin/CurriculumVitae- , ha conseguito il dottorato di ricerca in Scienze Sociali presso l’Università di Padova e conduce le sue ricerche etnografiche tra l’Europa e l’America Latina. I suoi ambiti di studio riguardano le culture e le pratiche della sostenibilità, i movimenti sociali di matrice utopico-ecologista, l’estetica ambientale, le trasformazioni nelle forme di partecipazione sociale che veicolano la diffusione di sensibilità ecologiche alternative. Come ricercatrice presso l’Instituto de Investigaciones Antropológicas dell’Università Nazionale Autonoma del Messico (UNAM), si è dedicata allo studio degli eco villaggi – http://ecovillaggi.it/– , riscontrando che queste comunità ecologiche non si limitano a proporre modelli di vita green, ma rappresentano un movimento innovativo che attraverso pratiche bottom up contribuisce a creare nuove forme di partecipazione sociale, proponendo modelli di interazione basati sull’autogestione.
La Dott.ssa Silvia Carbone, sempre restando nel tema dell’innovazione sociale,- https://unime.academia.edu/SilviaCarbone- ha conseguito il titolo di dottore di ricerca in Sociologia presso l’Università di Messina. Le tematiche affrontate nei suoi lavori di ricerca riguardano le problematiche inerenti le vecchie e nuove povertà e le comunità locali, cercando di offrire spunti di riflessioni per le politiche sociali, nel tentativo di facilitare i processi di innovazione e sviluppo locale. La stessa ha partecipato, presso l’Università di Trento, al progetto HORIZON 2020 LIFE-FRANCA, Flood Risk Anticipation and Communication in the Alps – https://www.lifefranca.eu/it/- , finanziato dall’Unione Europea, che supporta le azioni di conservazione della natura e di protezione dell’ambiente. Il progetto LIFE-FRANCA ha avuto l’obiettivo di sviluppare una cultura del rischio alluvionale, in grado di concorrere al miglioramento della sicurezza dei cittadini e del territorio, attraverso un processo partecipato che mettesse in relazione i diversi soggetti interessati: società civile, enti pubblici, tecnici e professionisti.
La Dott.ssa Neliana Rodean, per sottolineare il ruolo fondamentale che le aziende svolgono nei processi di innovazione sociale riporta la propria esperienza – https://www.linkedin.com/in/neliana-rodean-61a407b2/-
Ha conseguito il dottorato in Diritto Costituzionale e Europeo presso l’Università di Verona. Si occupa, a livello nazionale ed internazionale, di tematiche sul diritto pubblico e costituzionale comparato. In una sua esperienza di ricerca ha potuto analizzare l’OMV Petrom S.A. – https://www.taraluiandrei.ro/ -, compagnia rumena produttrice di petrolio e gas più grande dell’Europa sud-orientale che ha come amministratore delegato una donna. Dal 2007 questa compagnia ha adottato una strategia che favorisce le donne sul posto di lavoro attraverso corsi di formazione e orientamento professionale, sostegno all’imprenditorialità e sviluppo della capacità di leadership, cosi come supporto alla maternità. L’obiettivo è quello di investire in servizi per i dipendenti e migliorare, attraverso l’innovazione e la tecnologia, la qualità della vita per contribuire a un processo dinamico di trasformazione e responsabilità sociale delle comunità, rispondendo più velocemente e meglio alle sfide che si presentano.