Il tema dello sviluppo territoriale ha messo al centro dell’attenzione la dimensione regionale che può essere indagata a partire da più punti di vista, che rimandano anche a diverse definizioni del concetto stesso di regione.

Da un lato, la dimensione amministrativa dell’ente regione, con i suoi confini definiti, le norme e le istituzioni che la regolano, entro una rete di governance multilivello nazionale ed europea.

Dall’altro, la dimensione socio-economica dello sviluppo regionale che, nel contesto dell’economica globale e della crescente competitività tra sistemi territoriali, richiede oggi una trasformazione degli assetti istituzionali del governo del territorio e quindi dell’ente regione.

Una lettura su basi economico-funzionali del territorio regionale richiede un superamento dei confini amministrativi e un’analisi dei flussi e dei nuovi bisogni dei territori, latenti e manifesti, che si configurano sempre più come rete di servizi urbani estesi su un’area vasta,  una Città-regione.

La globalizzazione dell’economia, insomma, richiede il potenziamento delle funzioni urbane e un ripensamento istituzionale per un adeguato governo del territorio che è stato sintetizzato nell’espressione “Economie in cerca di città” (Calafati, 2009)

In Italia non ci sono più città, ma sistemi urbani in attesa di diventare città, nei quali le città storiche si sono dissolte […]. L’Italia ha urgente bisogno di un progetto di riorganizzazione spaziale, relazionale e istituzionale del territorio che ridisegni i confini e la struttura dei suoi sistemi urbani, trasformandoli in città efficienti.

Si tratta di un tema di particolare rilevanza per la “città diffusa” e policentrica del Veneto,  che necessita di una strategia di sviluppo territoriale all’altezza della sfida.